E.p. di debutto per La Griffe, trio romano nato dallo sfaldamento dei Controverso che decidendo di eliminare una chitarra ed introducendo DJ Max Stanzione alla console e ai sequencer effettua una scelta vincente, assicurando un ottimo equilibrio per questo nuovo corso.
Può essere l’elettronica calda, umana? Assolutamente si. Soprattutto se le sue contaminazioni in qualche traccia riescono a incrociare addirittura il percorso dei primi Agricantus. A tratti è un flow quasi hip-hop a cadenzare i brani ma è il cantato in italiano uno dei punti di forza dei La Griffe: finalmente una bella voce, quella di Riccardo Vinciguerra, che si imposta bene, risultando perfino ipnotica come promette il titolo di questo lavoro.
Contaminazioni dicevamo, essenzialmente electro ed house quelle della band, ma con le antenne sempre orientate verso un pop estremamente fruibile (e con un riconoscibile substrato rock), memore delle esperienze Bluevertigo o Subsonica.
Le canzoni di Hypno-pop le possono cantare tutti gli amanti della nuova musica italiana non necessariamente tiranneggiata dal neocantautorato indie proprio perché ha un forte potenziale mainstream.
Cosa manca dunque ai La Griffe? Forse un pizzico di maliziosa cattiveria?
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autore: A.Giulio Magliulo